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Il Trentino ha un fiore nuovo. Eccezionale scoperta sul gruppo del Brenta

04.01.2009 10:29  Rubrica:  [Ambiente] 

I botanici del Museo Civico di Rovereto scoprono sul massiccio del Brenta, dove tutto sembrava già noto, un fiore nuovo per la scienza, la Gentiana brentae

Massiccio del Brenta. La sezione botanica del Museo Civico di Rovereto, coordinata dal conservatore Filippo Prosser, ha scoperto e descritto una nuova specie di genziana, la Genziana del Brenta, dal nome scientifico Gentiana brentae.
La nuova specie è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Willdenowia n.38/2, a fine dicembre 2008.

Il massiccio del Brenta, unico sotto numerosi punti di vista (...a mysterious range utterly unlike anything in the central Alps, lo descriveva l’esploratore-alpinista Freshfield), si conferma quindi eccezionale a livello alpino anche dal punto di vista botanico.

La scoperta di una nuova specie, riconoscibile anche dal punto di vista morfologico, e non solo attraverso indagini genetiche, è estremamente rara, addirittura eccezionale in Europa in zone già studiate e battute da floristi e botanici sin dall’Ottocento, e dove sembrava che tutto fosse già noto” affermano gli scopritori Filippo Prosser e Alessio Bertolli

La Genziana del Brenta è l’ultima in ordine di tempo e la prima con areale esclusivamente in territorio trentino delle eccezionali scoperte della attivissima sezione botanica del Museo Civico di Rovereto.
La genziana segue la Festuca austrodolomitica (Pils & Prosser, 1995), la Primula recubariensis (Prosser & Scortegagna, 1997) con l’ibrido Primula vallarsae, scoperte sulle Piccole Dolomiti, e la recentissima Brassica repanda subsp. baldensis (Prosser & Bertolli, 2007) sul Monte Baldo.

Le popolazioni della piccola Genziana azzurra che ornano alcuni tratti degli altipiani dolomitici della parte centrale del Gruppo di Brenta presentano caratteri importanti tra loro contraddittori che non permettono di assegnarle a nessuna delle Genziane fino ad oggi note. Più in particolare hanno foglie spesse e ruvide al margine per cui non possono essere Gentiana bavarica, né possono essere Gentiana terglouensis perchè hanno foglie arrotondate all’apice.

Devono perciò essere attribuite ad un altro taxon, una specie nuova per la scienza, che è stata chiamata Gentiana brentae (Genziana del Brenta).

Per provare la fondatezza di questi caratteri morfologici sono stati analizzati oltre 1000 campioni d'erbario di Gentiana ricevuti da 16 erbari pubblici europei. Questa analisi ha sostanzialmente dimostrato che piante come quelle presenti sul Gruppo di Brenta non sono mai state rinvenute in altri luoghi e che le specie più simili sono sempre riconoscibili dalle piante del Brenta.

Inoltre sono state effettuate numerose escursioni in vari settori del Gruppo di Brenta, dalle quali si è desunto che la Genziana del Brenta non presenta mai forme di passaggio verso Gentiana bavarica, anche quando queste due specie crescono una accanto all'altra. Inoltre, è risultato che la Genziana del Brenta è strettamente legata alla dolomia, e quindi presenta un'ecologia ben delimitata. L'analisi dei campioni d'erbario ha anche dimostrato che Gentiana terglouensis si trova solo a Est del Fiume Adige e che le segnalazioni per il Gruppo di Brenta si basano su un singolo reperto d'erbario il cui cartellino riporta un luogo di raccolta errato.

La Gentiana del Brenta era stata già raccolta da vari botanici a partire dal 1887, ma essa era stata confusa con Gentiana bavarica o con Gentiana terglouensis. Il Gruppo di Brenta presenta un’altra specie esclusiva, ovvero la Nigritella rossa del Brenta (Nigritella buschmanniae);


L’articolo originale sulla nuova specie pubblicato sul numero 38/2 - dicembre 2008 di Willdenowia è disponibile su richiesta, o scaricabile in internet all’indirizzo http://www.bgbm.org/willdenowia/w-pdf/wi38-2Prosser+Bertolli.pdf.

Per approfondimenti ulteriori o interviste sulla scoperta, sono disponibili gli scopritori -
Filippo Prosser e Alessio Bertolli, oltre al direttore del Museo Civico di Rovereto Franco Finotti.

Contattare l’ufficio stampa del museo.



(Ente coordinatore: Fondazione Edmund Mach)